Santuario Santa Maria delle Grazie
Il Territorio

Storia
Situato poco fuori le mura di Cortona, in posizione panoramica, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio è un esempio straordinario di architettura rinascimentale. Progettato da Francesco di Giorgio Martini tra il 1485 e il 1513, il santuario sorge in un luogo dal forte significato devozionale, attorno a un’edicola miracolosa che ha attirato pellegrini fin dal XV secolo.
L’origine del culto e il miracolo del 1484
La storia del Santuario affonda le sue radici in un evento miracoloso avvenuto la domenica di Pasqua del 1484. Si narra che un’immagine della Madonna col Bambino, dipinta sulla parete di una vasca usata per la concia del cuoio – detta “calcinaio” per via della calce viva impiegata nel processo – abbia iniziato a compiere miracoli. La venerazione per questa sacra immagine crebbe rapidamente e spinse l’Arte dei Calzolari, proprietaria della concia, a promuovere la costruzione di un tempio che ne custodisse la sacralità. Tuttavia, il sito scelto per l’edificazione presentava non poche difficoltà: il terreno era scosceso e un ruscello attraversava l’area, rendendo complesse le tecniche di costruzione dell’epoca. Nonostante queste sfide, si decise di affidare il progetto a uno dei più grandi architetti rinascimentali, Francesco di Giorgio Martini, chiamato a Cortona grazie all’intercessione dell’amico pittore Luca Signorelli.
L’architettura: armonia e proporzione rinascimentale
Francesco di Giorgio Martini accettò la sfida e concepì il santuario secondo i rigorosi principi architettonici rinascimentali di proporzione e prospettiva. Il progetto, redatto nel 1484, venne messo in opera a partire dall’anno successivo, e già nel 1525 la struttura esterna della chiesa si presentava nella forma attuale. L’architettura del Santuario è un perfetto esempio di sintesi rinascimentale tra armonia ed equilibrio. L’edificio, massiccio e compatto, appare imponente e solido grazie alla distribuzione simmetrica degli elementi architettonici. La facciata e i fianchi della chiesa sono scanditi da linee orizzontali e verticali, modanature e pilastri, e arricchiti da eleganti finestre con timpani che alleggeriscono la struttura. La razionalità della composizione esterna trova piena continuità negli interni, caratterizzati da un sapiente gioco di volumi e da una distribuzione armoniosa degli spazi.
Gli interni: arte e iconografia mariana
All’interno del Santuario, l’elemento di maggiore richiamo è proprio l’edicola miracolosa, oggi collocata sull’altare maggiore e ancora oggetto di profonda devozione. Le cappelle laterali ospitano dipinti ispirati all’iconografia mariana, rappresentando scene significative come l’Assunzione, l’Annunciazione e l’Immacolata Concezione. Uno dei capolavori pittorici più preziosi è la pala situata sul terzo altare a sinistra, opera del pittore fiorentino Jacone, risalente al 1530 circa. Il dipinto raffigura la Madonna in trono con il Bambino, circondata da San Giovanni Evangelista, San Tommaso di Canterbury (patrono dell’Arte dei Calzolari), San Rocco e San Giovanni Battista. Questo capolavoro pittorico arricchisce il patrimonio artistico del santuario, sottolineando il legame tra l’arte e la spiritualità. Un altro elemento di grande pregio è la magnifica vetrata che decora l’oculo della controfacciata, realizzata nel 1516 dal celebre maestro francese Guillaume de Marcillat. L’opera, caratterizzata da un raffinato uso della luce e del colore, illumina l’interno del Santuario con effetti suggestivi, amplificando il senso di sacralità dello spazio.
Un luogo di fede e bellezza eterna
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio rappresenta oggi una delle mete più suggestive per chi visita Cortona, sia per il suo valore artistico che per la sua profonda valenza spirituale. Custode di una tradizione secolare e di un culto che ancora oggi richiama fedeli e visitatori, il santuario continua a essere un simbolo della fusione tra arte, fede e ingegno architettonico. La sua posizione panoramica, immersa nel verde della campagna toscana, ne fa anche un luogo di contemplazione e meditazione, dove il sacro e il paesaggio si fondono in un’unica esperienza emozionale. Chiunque varchi la soglia di questa chiesa, sia per ammirarne l’arte che per raccogliersi in preghiera, non può che restare affascinato dall’armonia che qui si respira, testimoniando la grandezza del Rinascimento italiano e della sua capacità di creare bellezza eterna.
La storia del Santuario affonda le sue radici in un evento miracoloso avvenuto la domenica di Pasqua del 1484. Si narra che un’immagine della Madonna col Bambino, dipinta sulla parete di una vasca usata per la concia del cuoio – detta “calcinaio” per via della calce viva impiegata nel processo – abbia iniziato a compiere miracoli. La venerazione per questa sacra immagine crebbe rapidamente e spinse l’Arte dei Calzolari, proprietaria della concia, a promuovere la costruzione di un tempio che ne custodisse la sacralità. Tuttavia, il sito scelto per l’edificazione presentava non poche difficoltà: il terreno era scosceso e un ruscello attraversava l’area, rendendo complesse le tecniche di costruzione dell’epoca. Nonostante queste sfide, si decise di affidare il progetto a uno dei più grandi architetti rinascimentali, Francesco di Giorgio Martini, chiamato a Cortona grazie all’intercessione dell’amico pittore Luca Signorelli.
Francesco di Giorgio Martini accettò la sfida e concepì il santuario secondo i rigorosi principi architettonici rinascimentali di proporzione e prospettiva. Il progetto, redatto nel 1484, venne messo in opera a partire dall’anno successivo, e già nel 1525 la struttura esterna della chiesa si presentava nella forma attuale. L’architettura del Santuario è un perfetto esempio di sintesi rinascimentale tra armonia ed equilibrio. L’edificio, massiccio e compatto, appare imponente e solido grazie alla distribuzione simmetrica degli elementi architettonici. La facciata e i fianchi della chiesa sono scanditi da linee orizzontali e verticali, modanature e pilastri, e arricchiti da eleganti finestre con timpani che alleggeriscono la struttura. La razionalità della composizione esterna trova piena continuità negli interni, caratterizzati da un sapiente gioco di volumi e da una distribuzione armoniosa degli spazi.
All’interno del Santuario, l’elemento di maggiore richiamo è proprio l’edicola miracolosa, oggi collocata sull’altare maggiore e ancora oggetto di profonda devozione. Le cappelle laterali ospitano dipinti ispirati all’iconografia mariana, rappresentando scene significative come l’Assunzione, l’Annunciazione e l’Immacolata Concezione. Uno dei capolavori pittorici più preziosi è la pala situata sul terzo altare a sinistra, opera del pittore fiorentino Jacone, risalente al 1530 circa. Il dipinto raffigura la Madonna in trono con il Bambino, circondata da San Giovanni Evangelista, San Tommaso di Canterbury (patrono dell’Arte dei Calzolari), San Rocco e San Giovanni Battista. Questo capolavoro pittorico arricchisce il patrimonio artistico del santuario, sottolineando il legame tra l’arte e la spiritualità. Un altro elemento di grande pregio è la magnifica vetrata che decora l’oculo della controfacciata, realizzata nel 1516 dal celebre maestro francese Guillaume de Marcillat. L’opera, caratterizzata da un raffinato uso della luce e del colore, illumina l’interno del Santuario con effetti suggestivi, amplificando il senso di sacralità dello spazio.
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio rappresenta oggi una delle mete più suggestive per chi visita Cortona, sia per il suo valore artistico che per la sua profonda valenza spirituale. Custode di una tradizione secolare e di un culto che ancora oggi richiama fedeli e visitatori, il santuario continua a essere un simbolo della fusione tra arte, fede e ingegno architettonico. La sua posizione panoramica, immersa nel verde della campagna toscana, ne fa anche un luogo di contemplazione e meditazione, dove il sacro e il paesaggio si fondono in un’unica esperienza emozionale. Chiunque varchi la soglia di questa chiesa, sia per ammirarne l’arte che per raccogliersi in preghiera, non può che restare affascinato dall’armonia che qui si respira, testimoniando la grandezza del Rinascimento italiano e della sua capacità di creare bellezza eterna.