Gino Severini, l’arte e l’uomo nella Via Crucis di Cortona Nuovo appuntamento con i Thè di Toscana Oggi. Rivedi la conferenza

La conferenza (riprese di Carlo Lancia)

Bella partecipazione di pubblico a Cortona per la rassegna dei Thè di Toscana Oggi, giovedì 16 marzo alle 17 a Palazzo Casali (piazza Signorelli n.8) si è parlato di “Gino Severini, l’arte e l’uomo nella Via Crucis di Cortona”. A intervenire sul tema sono stati il prof. Pierangelo Mazzeschi, la figlia dell’artista Romana Severini e Paolo Bruschetti, segretario dell’Accademia Etrusca di Cortona che ospita nei suoi locali l’evento.

Gino Severini (Cortona 1883 – Parigi 1966) fu un artista a tutto tondo la cui vita artistica è totalmente intrecciata al suo percorso umano. Vive a contatto con personaggi come Picasso, Apollinaire, Paul Fort e Modigliani, fondamentali per la cultura del Novecento di cui vede le luci ma anche le fragilità, le esclusioni, le contraddizioni e il dolore. Con l’accadere di fatti impegnativi e dolorosi e tramite l’incontro con uomini significativi, come Maritain, Mounier, Rouault e Chagall, Severini torna a scoprire la fede dell’infanzia. La realizzazione della Via Crucis venne realizzata a Cortona (1944-46) su richiesta del vescovo Giuseppe Franciolini come ex voto a Santa Margherita che aveva preservato la città dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nella Via Crucis, Severini rappresenta il dolore dell’uomo che per lui diventa la felice coincidenza, del suo ritorno a Cortona, per far rivivere e condividere, attraverso la tecnica del mosaico, il dolore e la speranza. Severini decide di non affollare le 14 Stazioni con i personaggi “secondari”, ma si limita alla narrazione essenziale: poche figure come nelle sacre rappresentazioni popolari, fissate nei gesti e nelle espressioni più incisive. La visione è, a un tempo, ingenua e colta, semplice e pura. La progressiva trasfigurazione del Cristo caricato della croce, è espressa con soluzioni geometriche e piani plastici ripresi da un cubismo liberamente interpretato, ma anche con un ritmo compositivo che è memore delle più significative soluzioni dinamiche futuriste e delle armonie suggerite dagli assemblages cubisti.

L’incontro del 16 marzo è stata anche un’occasione di riflessione su come partendo da un interesse di natura affettiva verso la realtà sia possibile mettere l’uomo nella condizione di amare ed essere generativo. Così è accaduto a Gino Severini, nel rapporto con la realtà, dall’origine della sua vocazione artistica, tra Cortona, Roma e Parigi, fino alla sua morte. Solo una bellezza che non si difende e non si para dietro al puro dato emozionale ed estetico, ma che cerca con passione il cuore dell’uomo, può avere la forza di ristabilire un dialogo vero con la realtà e dare speranza al presente.

I Thè di Toscana Oggi sono l’iniziativa promossa dal settimanale delle diocesi toscane che coniuga cultura e convivialità mettendosi in dialogo con i territori e dove i cittadini-lettori possono diventare protagonisti attivi delle proprie comunità.

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