Banksy Forever, dal primo al 21 luglio a Cortona le opere dell’artista. Una mostra non autorizzata dal docufilm

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Presentazione a cura di Simona Occioni

Il lavoro provocatorio e sovversivo di Banksy, nato nella scena culturale underground di Bristol negli anni 90, lo ha reso oggi uno dei maggiori esponenti di una branca della street art molto famosa, nota come post-graffiti e guerrilla art.

Famoso per il suo anonimato, l’identità di Banksy è continuamente soggetta a nuove teorie. Una delle più famose è quella che vedrebbe la sua figura coincidere con Robert Del Naja, cantautore, polistrumentista, writer britannico e membro musicale del gruppo inglese Massive Attack, noto anche con lo pseudonimo 3D, a cui Banksy stesso afferma di ispirarsi. La sua provocatorietà è enfatizzata anche dal fatto che la sua arte è mostrata solo su superfici visibili in pubblico.

 

Restando fedele alle sue origini, l’arte di Banksy trova espressione nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, realizzando pezzi che documentano e denunciano in modo ironico e satirico la povertà della condizione umana, e più in particolare temi come: le assurdità della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione, le atrocità della guerra, l’inquina- mento, lo sfruttamento minorile, la violenta brutalità della repressione poliziesca e il maltrattamento degli animali. Per veicolare questi messaggi Banksy fa ricorso a un’ampia gamma di soggetti, quali scimmie, topi, poliziotti, ma anche bambini, gatti e membri della famiglia reale. Soggetti diventati simboli pop e di cui esistono migliaia di riproduzioni.

Ciò che rende le opere di Banksy così riconoscibili e apprezzate, è la sua capacità di manipolare sapiente- mente i codici comunicativi della cultura di massa. Tematiche atroci e inquietanti vengono così trasposte in opere piacevoli e brillanti, tanto da trovarle appese nel salotto di una casa, ma che mantengono il potere di riflessione e sensibilizzazione voluto dal writer.

Il messaggio di denuncia unito ad un’estetica diretta e intelligibile «come quella di un manifesto pubblicitario» rende le opere di Banksy fruibili a chiunque, anche ai bambini. Questa caratteristica traspare soprattutto grazie alla sua tecnica ormai emblematica dello sprayed stencil. Tecnica che accomuna tutte e quattro le seguenti opere inedite utilizzate nel docufilm dal titolo Banksy Forever, presentato alla 59esima Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia: Girl With Ice Cream è un’opera che utilizza il motivo dell’infanzia per evocare temi quali la fragilità e l’innocenza, messi simbolicamente a repentaglio dal gelato-bomba che la bambina tiene in mano. Una riflessione sulla disillusione che accompagna le prospettive sul futuro, l’impatto della guerra e della violenza sui membri più innocenti della società.

L’opera Cancelled Dreams, rimando ad uno dei primi e più celebri murali di Banksy Follow your dreams – Cancelled, vuole invece trasmettere la condizione di alienazione e omologazione delle persone nella società con- temporanea. Un mondo dove non vale più la pena di in- seguire i nostri sogni, un mondo disilluso e violento dove le nostre aspirazioni – o il solo desiderio di averle – vengo- no appunto cancellate.
Con l’opera Heart of Mouse, associando due elementi apparentemente antitetici, come un cuore rosso sangue ed un ratto che sembra dipingerlo, Banksy vuole rappresentare un amore disilluso e problematico.
L’insieme diventa così un amaro e satirico ammonimento di come l’amore può anche essere doloroso e disturbante, oltre che un più generale rimando allo sfruttamento degli animali.
Flower the Owner è un altro celebre simbolo tipico di Banksy. L’immagine del ragazzo che sembra gettare un mazzo di fiori al posto di una bomba è un chiaro e potente messaggio di pace e di denuncia contro le atrocità della guerra. Ripresa ideologica del famoso slogan “make peace, not war” in un presente dove ancora numerosi conflitti dividono il mondo.

Le quattro opere oggi saranno di nuovo protagoniste grazie all’omonima mostra dal titolo Banksy Forever allestita in un luogo del tutto originale, ovvero la Chiesa di Sant’Agostino a Cortona, nel cuore della Toscana. Oltre alle quattro opere la mostra ospiterà anche numerose litografie rappresentanti i simboli più suggestivi e iconici del lavoro di Banksy.

Un percorso che, unendo due elementi e luoghi apparentemente distanti, si rende assolutamente stimolante e fuori dall’ordinario, d’altronde come l’artista stesso. È proprio grazie ad una combinazione così originale, che vede le quattro opere in un luogo tanto diverso dalla loro “terra d’origine”, quindi non la strada o un museo di arte contemporanea, ma una chiesa consacrata, che la loro denuncia ottiene maggiore enfasi e spera di stimolare ancora di più il pubblico ad una riflessione autentica sul mondo in cui viviamo.

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