La mostra
Luca (creava figure) agitate da vive passioni, da pietà, da dolore, da sdegno, da speranza, dagli affetti delle anime più sensitive.
Girolamo Mancini, 1903
Straordinario innovatore della stagione rinascimentale, Luca Signorelli (1450 – 1523) – Luca d’Egidio di Ventura il vero nome o Luca da Cortona – è stato una figura per molti versi sfuggente per la critica e il pubblico, eppure fondamentale nel tracciare la strada che sarà seguita da Raffaello e Michelangelo: i due giganti che, ironia della sorte, finirono in seguito per oscurarne la fama.
Nel cinquecentenario della morte si scaldano i motori delle celebrazioni e sarà Cortona – la città natale cui Signorelli fu sempre legato, assumendo anche incarichi pubblici nonostante i viaggi e la ripetuta lontananza – a gettare nuova luce sull’artista, con una preziosissima mostra “Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia” promossa dal Comune di Cortona e dall’Accademia Etrusca di Cortona, sotto l’egida del Comitato Nazionale per le celebrazioni istituito dal MIC, organizzata da Villaggio Globale International e curata da Tom Henry, massimo esperto in materia, professore emerito all’Università di Kent e già Direttore della Scuola di Studi Classici e Rinascimentali dell’Università inglese a Roma.
Un’esposizione attesissima in programma al MAEC–Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona dal 23 giugno all’8 ottobre 2023, che volutamente si concentra sulla produzione pittorica del Maestro con l’obiettivo di ripercorrere la carriera dell’artista, rendendo evidente la forza del suo colorismo, la portata e l’originalità della sue invenzioni tanto ammirate da Vasari, la potenza narrativa delle opere e la capacità che egli ebbe di andare oltre i suoi contemporanei, divenendo “un faro per i grandi del Rinascimento”.
A rendere difficile la visione d’insieme del percorso di Signorelli è stata soprattutto la dispersione dei lavori dell’artista cortonese in tanti luoghi e siti, in Italia e all’estero, a partire dagli stupefacenti cicli di affreschi che lo hanno reso famoso, ovviamente inamovibili.
La mostra di Cortona, riunendo nella città di Luca dopo settant’anni una trentina di opere dell’artista provenienti da prestigiosi musei italiani ed esteri, compresi importanti prestiti da collezioni private e da oltreoceano, sarà dunque un’occasione per celebrare e consacrare definitivamente Luca da Cortona tra i grandi artisti del tempo, alla luce anche degli studi degli ultimi anni.
Tanto più che la mostra si integra con gli “Itinerari di Signorelli” – in città, in particolare al Museo Diocesano e nella chiesa di San Niccolò, e nelle località tosco umbre custodi di importanti testimonianze del Maestro – voluti e promossi dagli organizzatori come momento fondamentale di completamento dell’esposizione, tramite accordi e collaborazioni attivate con i comuni e le Istituzioni interessate.
Una rete importante che darà vita a un percorso di valorizzazione territoriale del grande pittore rinascimentale – con Cortona come epicentro – destinato a permanere nel tempo grazie a una guida specifica che affianca l’importante catalogo della mostra (entrambi editi da Skira), mappe, agevolazioni, ecc.
Dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze al Museo Nazionale Capodimonte di Napoli, dalla Fondation Jacquemart-André di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto alla Pinacoteca Comunale di Sansepolcro o ancora dalla National Gallery of Irland di Dublino all’High Museum of Art di Atlanta, i dipinti in mostra sono stati selezionati in base all’altissimo livello qualitativo e appaiono rappresentativi di ogni decennio di attività di Signorelli.
Diverse le novità scientifiche che l’esposizione proporrà tra cui, a titolo di anticipazione: la ricomposizione per quanto ancora possibile della straordinaria Pala di Matelica, realizzata nel 1504-1505 per la chiesa di Sant’Agostino a Matelica, smembrata e dispersa per il mondo a metà del XVIII secolo; quindi la presenza di due preziosi pannelli con la “Nascita” e “Il miracolo di San Nicola” ( 1508 – 1510 c.), per la prima volta di ritorno in Italia dagli Stati Uniti d’America (Atlanta); e ancora il ricongiungimento, mai riuscito in epoca moderna, della tavola centrale del Polittico della chiesa di Santa Lucia a Montepulciano – raffigurante la “Madonna e il Bambino in trono” – con la relativa predella, composta da tre pannelli in prestito dagli Uffizi di Firenze, in cui Signorelli mostra tutta la sua vena narrativa.
Del resto, potere d‘immaginazione e invenzione visiva sono qualità rare riconosciute al grande artista già dal contemporaneo, cortigiano, pittore e poeta Giovanni Santi che, con un termine di solito riservato alle arti liberali, definì il Cortonese “d’ingegno e spirito pelegrino” a sottolinearne il vivace intelletto; ma anche dal sommo biografo Vasari che, oltre a Filippino Lippi, solo per Signorelli fece esplicito riferimento alla capacità immaginifica in un artista del Quattrocento, ricordando gli affreschi del Duomo di Orvieto.
Perché Luca, scrive Vasari, è “quella persona, che col fondamento del disegno, e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte degli artefici la via all’ultima perfezzione dell’arte”.
La mostra sarà accompagnata anche da un denso programma di eventi di accompagnamento, previsti fin dal prossimo marzo – conferenze, concerti, lectio ecc – legati a Signorelli e al contesto storico e culturale in cui egli visse e operò, in un Italia centrale animata dai fermenti del passaggio tra XV e XVI secolo.